Recensione: “Elevation” di Stephen King

Elevation è un racconto scritto da Stephen King edito da Sperling & Kupfer di 193 pagine, un numero che può assomigliare più ad un romanzo, ma per chi conosce l’autore sa la lunghezza del suo romanzo “tipo”. Tuttavia tengo a precisare che la formattazione del libro è molto generosa: caratteri grandi, interlinea ampio. Parliamo quindi nella realtà di un centinaio di pagine scarse.

Trama

Scott Carey sta percorrendo senza fretta il tratto di strada che lo separa dal suo appuntamento. Si è lasciato alle spalle la casa di Castle Rock, troppo grande e solitaria da quando la moglie se n’è andata, se non fosse per Bill, il gattone pigro che gli tiene compagnia. Non ha fretta, Scott, perché quello che deve raccontare al dottor Bob, amico di una vita, è davvero molto strano e ha paura che il vecchio medico lo prenda per matto. Infatti Scott sta perdendo peso, lo dice la bilancia, ma il suo aspetto non è cambiato di una virgola. Come se la forza di gravità stesse progressivamente dissolvendosi nel suo corpo. Eppure, nonostante la preoccupazione, Scott si sente felice, come non era da molto tempo, tanto euforico da provare a rimettere le cose a posto, a Castle Rock. Tanto, da provare a riaffermare il potere della parola sull’ottusità del pregiudizio. Tanto, da voler dimostrare che l’amicizia è sempre a portata di mano. In un racconto di rara intensità, che è anche un omaggio ai suoi maestri, King si prende la libertà, più che legittima, di dare una possibile risposta alle tristi derive del nostro tempo.

La fiaba di King

La storia scorre bene, è un racconto semplice, senza tanti approfondimenti. Non ci troviamo davanti alla solita struttura narrativa di King, i dettagli qui sono minori, complice il tipo di opera che aveva in testa. Tuttavia dopo averlo letto mi lascia un senso di superficialità, di qualcosa di non compiuto. Probabilmente poteva venire fuori qualcosa di più.

Non posso dire che non mi sia piaciuto, perché la lettura è stata gradevole, tuttavia mi è sembrato di leggere più una fiaba con tanto di morale finale.

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