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John Grisham: io, scrittore senza vocazione

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Molti autori hanno pubblicato la storia di come sono riusciti a diventare degli scrittori di successo. Le storie sono ovviamente molto varie e alle volte nelle dichiarazioni rilasciate sono dispensati anche interessanti consigli per aspiranti scrittori.

Mi ha colpito molto però un articolo scritto da John Grisham sul “The New York Times”, che parla di come lui sia passato dai lavori più vari prima di riuscire a diventare uno scrittore. Alle volte è proprio vero che per trovare la propria strada il percorso può essere lungo e tortuoso. La storia di Grisham ne è un esempio lampante.

Qui di seguito l’articolo che  ha pubblicato sul New York Times.

Io, scrittore senza vocazione

Idraulico, giardiniere. Poi commesso in un grande magazzino fino alla scelta di diventare avvocato. L’autore confessa: “Non avevo mai sognato di fare libri”.

Non sono un avvocato o un romanziere dalla nascita, e ho svolto la mia parte di lavori pesanti e privi di prospettive. Mi sono guadagnato la mia prima vera busta paga fissa innaffiando cespugli di rose in un vivaio a un dollaro l’ora. Ero entrato da poco nell’adolescenza, eppure il proprietario del vivaio vide in me alcune potenzialità e mi promosse al rango di addetto alle recinzioni.

Così, per 1,50 dollari l’ora, iniziai a lavorare come un adulto in una squadra preposta a installare chilometri e chilometri di recinzione metallica. Non c¿erano molte prospettive in quell’attività e non ne parlerò oltre.
In seguito, nell’estate dei miei sedici anni, trovai lavoro presso un idraulico. Mi intrufolavo sotto gli edifici, strisciando con una pala in mano in spazi angusti e bui alla ricerca delle condutture interrate, e scavavo fino a quando non individuavo il guasto. A quel punto strisciavo indietro per riferire quello che avevo trovato. Giurai a me stesso che mi sarei trovato un bel lavoro d’ufficio, da svolgere alla scrivania. Da quel miserabile impiego non ho tratto ispirazione alcuna, e neppure di questo scriverò più.

Nell’immediato, però, non mi aspettava una scrivania. Mio padre lavorava con macchinari pesanti nel settore delle costruzioni e tramite un amico di un suo amico l’estate seguente trovai un posto in una squadra di operai addetti a stendere l’asfalto lungo le autostrade. Era luglio, mese in cui il Mississippi diventa una sauna, e alla temperatura già alta andavano a sommarsi almeno altri 40 gradi dovuti all’asfalto appena steso. Trovai un pò di respiro soltanto quando l’operatore di un bulldozer Caterpillar fu licenziato. (…) Poi, però, l’operatore tornò, rinsavito, contrito. E io ritornai nella squadra degli operai che stendevano l’asfalto.

Avevo diciassette anni quell’estate e imparai molte cose, anche se buona parte di quello che appresi non potrebbe essere ripetuto in compagnia di persone beneducate. Un venerdì sera accompagnai i miei nuovi amici asfaltisti in un locale notturno di infimo ordine per festeggiare la fine di un’altra dura settimana di lavoro. Non appena scoppiò una rissa e sentii dei colpi di arma da fuoco mi precipitai in bagno, chiusi a chiave la porta e sgusciai fuori dalla finestra. Rimasi nascosto nella boscaglia per un’ora mentre la polizia si portava via alcuni degli avventori, tutti redneck, uomini del sud. Tornando a casa in autostop, mi resi conto che non ero fatto per le costruzioni e iniziai a pensare seriamente al college.

La mia carriera si trascinò fino al momento in cui la mia attenzione fu attratta dalla vendita al dettaglio: si svolgeva al chiuso, era un mestiere pulito e c’era l’aria condizionata. Cercai lavoro presso un centro commerciale, da Sears, ma l’unico posto libero disponibile era nel reparto di biancheria intima maschile. Fu avvilente. Cercai di andarmene, ma mi offrirono un aumento. Chiaramente, non doveva essere facile trovare qualcuno per quella mansione. Chiesi di essere trasferito al reparto giocattoli, poi agli elettrodomestici, ma i miei superiori risposero sempre di no, dandomi altri aumenti. Divenni scortese con i clienti. Sears ha i clienti più gentili del mondo, ma la cosa non faceva differenza per me. Ero sgarbato e scontroso. (…) Mi fecero rapporto. Chiesi di occuparmi della tosatura dei prati circostanti. Risposero ancora di no, e a quel punto non mi offrirono un aumento. Alla fine me ne andai.

A metà college, e ancora incerto e alla deriva, decisi che volevo diventare un avvocato tributarista di grande successo. Il mio piano prevedeva di barcamenarmi fino al giorno in cui avrei potuto iscrivermi al primo corso di diritto tributario. Rimasi sconcertato dalla complessità e dalla follia della materia e superai l’esame a stento. Più o meno nello stesso periodo, frequentai alcuni corsi che prevedevano la simulazione di processi e cause giudiziarie. L’aula di tribunale mi piacque. Alla mia mente si prospettò un nuovo progetto. Sarei ritornato nella mia città natale, avrei appeso la targa fuori dal mio studio e avrei fatto l’avvocato. Il codice tributario finì alle ortiche nell’arco di una notte. Era il 1981; nella mia contea all’epoca non era previsto il difensore pubblico. Mi offrii volontario in tutte le cause che riuscii a trovare nelle quali erano coinvolte persone indigenti. Quella era sicuramente la strada più veloce per arrivare in tribunale, e così imparai rapidamente il mestiere.

Quando il mio studio legale iniziò a incontrare difficoltà per mancanza di cause ben pagate e remunerative – essendo la difesa degli indigenti tutt’altro che redditizia – decisi, ancora una volta, di dedicarmi a un’altra carriera poco retribuita. Nel 1983 fui eletto e ottenni un seggio alla Camera nella legislatura del Mississippi. Lo stipendio era di 8.000 dollari, una cifra superiore a quella guadagnata durante il mio intero primo anno di avvocatura. Ogni anno – da gennaio a fine marzo – mi recai al Campidoglio statale di Jackson, perdendo tempo prezioso, ma ascoltando anche storie molto interessanti. Presi molti appunti, senza saperne la ragione, ma con la sensazione che un giorno quelle storie avrebbero potuto tornarmi utili.

Al pari della maggior parte degli avvocati dei piccoli centri urbani, sognavo continuamente di essere coinvolto in qualche causa importante e nel 1984 finalmente se ne presentò una, pur non essendo una causa nella quale fossi impegnato in prima persona. Al solito, bighellonavo in tribunale facendo credere di essere molto impegnato. In realtà seguivo un processo nel quale era coinvolta una bambina, prima picchiata e poi violentata. La sua testimonianza fu agghiacciante, chiara, straziante e molto coinvolgente. Tutti i giurati piansero. Ricordo di aver fissato l’accusato, e di aver desiderato avere in mano una pistola. E così nacque una storia.

Diventare scrittore non è stato un sogno coltivato dai tempi dell’infanzia. Né ricordo di aver desiderato scrivere quando ero studente. Non ero sicuro su come iniziare. Nelle settimane seguenti rifinii la scaletta della trama e delineai i miei personaggi. Una sera, in cima al primo foglio di un bloc-notes, scrissi: “Capitolo Uno”. Finii il romanzo – Il momento di uccidere – tre anni dopo. Il libro non ebbe grande successo, e io continuai a svolgere il mio lavoro di tutti i giorni, difendendo i delinquenti, preparando testamenti, redigendo atti e contratti. Eppure, qualcosa fece sì che io continuassi a trascorrere una buona parte del mio tempo libero a scrivere, seduto alla scrivania.

Non avevo mai lavorato così duramente in tutta la vita, né avevo immaginato che scrivere potesse essere una tale fatica. Era più difficile che stendere l’asfalto, e talvolta era più avvilente che vendere biancheria intima. In ogni caso era remunerativo. Alla fine fui in grado di lasciare l’avvocatura e abbandonare la politica. Scrivere è tuttora il lavoro più complesso che abbia mai svolto. Ma ne vale sicuramente la pena.

© 2010 The New York Times
Traduzione di Anna Bissanti
la Repubblica – R2 Cultura

È morto Terry Pratchett, l’autore fantasy dei libri di Mondo Disco

Terry_RobTerry Pratchett è morto oggi all’età di 66 anni a causa di una rara forma di Alzheimer che gli era stata diagnosticata nel 2007. A darne il triste annuncio è la sua pagina Facebook, “È con incommensurabile tristezza che annunciamo che l’autore Sir Terry Pratchett è morto. Il mondo ha perso una delle sue menti più brillanti e acute. Riposa in pace, sir Pratchett”.

Autore fantasy tra i più prolifici, è celebre soprattutto per la serie di 42 volumi di Mondo Disco (Discworld). Questo nome deriva dalla conformazione del mondo nel quale è ambientata la vicenda, questo infatti è a forma di disco e si poggia su 4 giganteschi elefanti, i quali a loro volta sono posizionati sopra il guscio di una enorme tartaruga chiama A’Tuin che nuota nell’universo. Il primo romanzo di questa lunga serie è Il colore della Magia, pubblicato nel 1983. Quattro sono i cicli di romanzi ambientati a Mondo Disco: il ciclo di Scuotivento, il ciclo delle Streghe,  il ciclo delle Guardie e il ciclo della Morte.

La Voce del Buio – Stella nell’oscurità

22753315-256-k825781Ragazzi come sapete da circa un paio di giorni ho iniziato a mettere online il mio primo lavoro, La Voce del buio. Verrà pubblicata su Wattpad, una piattaforma di narrativa digitale ( ho scritto anche un articolo a riguardo per spiegare cosa sia questo nuovo social) e sarà leggibile da tutti in maniera completamente gratuita. Inserirò, grosso modo, un nuovo capitolo ogni due giorni, aggiornando man mano la mia opera. Sarei molto felice poi in un commento da parte vostra, di ogni capitolo, così da migliorarlo. Magari anche qualche idea, o vostro desiderio, che vorreste leggere nel capitolo successivo.

Detto questo è online il secondo capitolo: La stella nell’oscurità. Saranno svelate nuove verità, e Michele si troverà alle prese con una delle sue paure più grandi. Per sapere di più ovviamente vi rimando al link per leggerlo:  http://www.wattpad.com/69612438-la-voce-del-buio-stella-nell%27oscurit%C3%A0

Buona lettura!

E’ morto Giorgio Faletti

giorgiofalettiOggi a Torino, all’età di 63 anni, è morto Giorgio Faletti. Artista poliedrico: è stato uno scrittore, attore, cantante, paroliere, compositore, sceneggiatore, pittore, comico e pilota automobilistico italiano. Purtroppo soffriva di un brutto male e questa battaglia non è riuscito a vincerla. L’ultimo suo messaggio l’ha scritto su twitter ed è di ieri pomeriggio:

 

 

Pensare come uno scrittore

scrittorePrima di iniziare a imparare le tecniche di scrittura bisogna riuscire a pensare come uno scrittore. Scordiamoci la figura poetica presente nell’immaginario di tutti, perché scrivere in realtà è una cosa faticosa, che richiede una grande applicazione e molto tempo, è un vero e proprio lavoro.

David McCullough giornalista premio Pulitzer americano, ha dichiarato che scrivere è soprattutto riuscire a pensare in modo chiaro e lineare. E non sempre è impresa facile.

Progettare una storia

scrittura-creativa-napoliPrima di iniziare a narrare bisogna porsi queste due domande sull’oggetto del racconto:

– Quale messaggio si vuole trasmettere.

– In che modo si vuole trasmettere questo messaggio.

Il messaggio riguarda il tema che l’autore sceglie di rappresentare e risponde alle sue esigenze, alle sue scelte e alle sue esperienze. Il modo in cui si trasmette il messaggio invece riguarda: la trama, la scelta dei personaggi e il genere narrativo.  Nell’articolo su come costruire una trama ho già approfondito nel dettaglio su come progettarla e realizzarla.

Anche io nel Web 2.0

web-2-0Internet è ormai una realtà nella vita quotidiana di ognuno di noi. Sembra lontana la “melodia” che si ascoltava in casa quando ci si connetteva con il vecchio 56 k, internet costava ancora tanto e i siti e le informazioni online erano poche. Un altro mondo, un altra vita viene da dire. Oggi internet ce lo ritroviamo anche sugli Smartphone che sono più potenti degli stessi computer ai quali collegavamo il caro vecchio modem 56k. La nostra vita è radicalmente cambiata da quando questo strumento ha irrotto prepotentemente nelle nostre vite, si potrebbe dire quasi sconvolgendole. Bollette, pagamenti, acquisti di ogni genere si possono eseguire comodamente da casa da dietro un monitor.

Per un aspirante scrittore non è concepibile non avere una propria “presenza” in rete, e così anche io mi sono deciso di aprire un blog per farmi conoscere e spero apprezzare dai miei lettori. Curerò queste pagine inserendo articoli di vario genere, mie riflessioni e opinioni su ciò che ci circonda, e ovviamente vi terrò aggiornati sui miei lavori e le mie pubblicazioni!

Stay Tuned!